Lifelong Learning Programme

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TITLE OF THE EXPERIENCE
IT: La storia di Matteo V.
NAME AND SURNAME OF THE TEACHER
Prof.ssa Chiara Zanobini
SUBJECTS TAUGHT
Materie letterarie
YEARS OF TEACHING EXPERIENCE
2012/13
TYPE OF SCHOOL
Istituto professionale G.Fascetti di Pisa / indirizzo meccanici
COUNTRY
Italy
THEMATIC AREA
School bullying
DESCRIPTION OF THE EXPERIENCE
Aspects to consider:
 Period and place in which the experience took place
 main actors involved (special focus on the profile of the student):
L’esperienza ha avuto luogo l’anno scolastico 2012/13, i principali attori coinvolti sono stati: l’alunno Matteo V. e l’insegnante di italiano coordinatore della classe
 Description of the factual events
 Actions carried out to identify the causes of the students difficulties
 Actions carried out to solve the situation:
All’epoca dei fatti Matteo V. aveva 14 anni e aveva iniziato a frequentare la prima classe dell’istituto professionale con indirizzo meccanici. Non aveva una particolare predisposizione all’indirizzo e la scuola era stata scelta per esclusione perché considerata la più semplice per le sue possibilità e perché già il fratello più grande la frequentava. Era un ragazzo poco scolarizzato, difficile da gestire, piccolino e molto fragile di salute. Non si sapeva molto di lui, ma con il tempo si scoprì che aveva subito diversi interventi alla testa a causa di un tumore e che la sua situazione familiare di partenza era molto complessa: la madre si era separata perché il marito le aveva fatto violenza e il tribunale aveva impedito al padre di avere contatti con i figli. Matteo aveva avuto problemi di gestione dell’aggressività e aveva seguito un percorso di recupero presso un Istituto Scientifico per la Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, vicino Pisa. Al termine del percorso era stato dichiarato “guarito” e capace di affrontare la scuola. La madre aveva scelto di non segnalare il problema alla nuova scuola, ma su consiglio dell’Istituto di Neuropsichiatria, si era impegnata a farlo seguire privatamente da una psicologa. Matteo però, fin dai primi giorni di scuola, aveva iniziato a mostrare grandi problemi di relazione: non riusciva a legare con nessuno e il suo comportamento era di sfida nei confronti di tutti. Non si interessava alle lezioni e chiedeva costantemente di uscire. I compagni, fin dai primi giorni, avevano iniziano a prenderlo in giro chiamandolo “piccoletto” e “tappo” e colpendolo alla testa. Questi atteggiamenti lo facevano innervosire fino a provocarne reazioni violente: bestemmie, lancio di oggetti e uscite non autorizzate dalla classe. Gli insegnanti, che non conoscevano il problema, punivano il ragazzo pensando che fosse aggressivo e maleducato e i compagni, impuniti, continuavano a provocarlo, sperando così di perdere tempo e non fare lezione. Le cose iniziarono a cambiare quando il coordinatore di classe (l’insegnante di italiano) iniziò a raccogliere informazioni sull’alunno, venendo a conoscenza di tutti i problemi che aveva. Fu convocato un consiglio di classe straordinario e la questione venne discussa. A partire da quel momento il livello di attenzione sulle meccaniche della classe si fece più alto e si capì che all’origine delle reazioni violente c’era un atteggiamento di bullismo da parte dei compagni. L’insegnante di italiano decise di contattare la psicologa che seguiva il ragazzo e di gestire insieme a lei, di volta in volta, le diverse situazioni. Il dirigente scolastico, informato della questione si rese disponibile a discutere i problemi che si presentavano con alunni ed insegnanti a confronto. Questo atteggiamento favorì il dialogo e cominciò a impaurire i compagni bulli, i quali spaventati dal confronto in presidenza, smisero di disturbare il ragazzo. Il consiglio di classe decise anche di coinvolgere il resto della classe in senso positivo: invitando gli alunni ad aiutare Matteo a migliorare, fornendogli appunti, aiutandolo e cercando di ragionarci. Un ragazzo in particolare, ripetente e più grande rispetto a Matteo, si mostrò sensibile al problema e, a suo modo, divenne il protettore del ragazzo. Naturalmente i problemi di relazione non potevano variare completamente da un giorno all’altro. Ma alla fine dell’anno la situazione era notevolmente migliorata, tanto da consentire a Matteo di raggiungere la promozione.
 Problems encountered
I principali problemi riscontrati sono stati i seguenti: la mancanza di informazioni (almeno all’inizio) da parte della scuola e una certa resistenza, da parte di qualche insegnante, a comprendere e farsi carico dei problemi del ragazzo, pensando che l’atteggiamento aggressivo non fosse una conseguenza di atti di bullismo, ma una caratteristica dell’alunno
 Support received by fellow students, colleagues, school management and parents:
Il lavoro di squadra si è rivelato fondamentale per la risoluzione del problema. Se il consiglio di classe non avesse scelto una strategia comune e non ci fosse stata collaborazione da parte del dirigente scolastico e un contatto costante con la madre e la psicologa di riferimento, la situazione non si sarebbe sbloccata. Il coinvolgimento in positivo dei compagni di classe è stato poi determinante per cambiare l’atteggiamento del ragazzo
 Results achieved
Sicuramente, per quanto riguarda i risultati raggiunti, si può parlare di successo.
 Strengths and weaknesses of the experience:
Il maggior punto di forza dell’esperienza è stato sicuramente la collaborazione ed il costante monitoraggio degli eventi.
I punti di debolezza sono stati la reticenza da parte di alcuni insegnanti a farsi carico del problema ed il cambiamento, l’anno successivo, di molti degli insegnanti del consiglio di classe, in modo particolare del trasferimento dell’insegnante di italiano, che ha comportato una grande difficoltà, da parte di chi è arrivato nuovo nella scuola, a riprendere in mano la situazione.

Comments on this Teachers Experience

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Date: 2014.05.21

Posted by Alcino Silva (Portugal)

Message: This experience report is very important and elucidating of the importance of the teacher in his teaching activity, when in his classroom a student has severe learning difficulties and / or maladaptive behavior.
Any teacher before a student with learning difficulties and unspecified inappropriate behavior, should not make an assessment of the behavior and / or cognitive abilities or compare it with the performance of other students , before knowing all the reasons that lead to this difficulty and motivations of the student before the activities proposed by the school .
The experiences outside school in problematic environments resulting from disorganized families are often leading causes for many students in their classrooms to manifest maladaptive behaviors and impair cognitive development, such as the student mentioned in the story experience. When the student's motivation to perform learning is very low it becomes virtually impossible to achieve educational success.
The motivation and affection are crucial for building the learning process throughout life.
Motivation and confidence are key behaviors for the resolution of various learning and behavioral problems in the classroom.
It is desirable that the teacher in the classroom promotes a warming environment, transmitting to the student a sense of belonging, where he feels integrated and legitimized to see his doubts and requests for help. In the view of Boruchovitch (2009) motivation, in particular, is not only a student's own characteristic, but also mediated by the teacher, the classroom environment and school culture. In the author's opinion, the different ways to promote motivation, the key is that the teacher himself is a model of motivated person.
In my career as a teacher I have been confronted with situations quite similar to that reported. It is frequently found in the interior regions where I teach students with low expectations regarding their future and reason is the difference in school culture to one that is lived in the family.
For resolving these situations it is critical that the school can offer these students individualized monitoring by teachers doing tutoring work and closer, listening to them , understanding them , valuing them in order to raise their self-esteem and confidence .
Reference:
Boruchovitch, E. (2009). A motivação do aluno (4.ª ed.). Rio de Janeiro: Editora Vozes

20 December 2014

Final Partners’ meeting

The fourth partners’ meeting took place in Florence (IT) on 15 December 2014. The meeting had the objective to check the activities carried out since the third meeting of the project and share and assess the in progress results. A special focus has been dedicated to the presentation of the strategies to solve the case scenarios.